Luigi Albanese
Eroe Americano nato a Cornedo Vicentino – Italia
Dal libro “Echi di pianto dall’Indocina Francese”
…Dal piccolo paese di Cereda di Cornedo Vicentino, inserito in una lunga e stretta valle a forma di cono situata a nord del territorio vicentino ai piedi delle Prealpi Venete, chiamata Valle dell’Agno, partirà Giannina Albanese con Luigi alla volta di Seattle.
Luigi vide la luce il 27 aprile 1946. Nella umile abitazione di Cereda visse con il papà Rodolfo e la mamma Giannina fino all’età di quasi due anni. Subito dopo un cambio drastico di vita e ambiente, al seguito dei genitori attirati dal sogno americano. Sono un periodo triste quegli Anni Cinquanta. L’Italia tutta deve affrontare momenti duri. Molti i componenti di famiglie che, come quella di Luigi, devono migrare in cerca di un futuro migliore.
Le partenze si sa sono sempre tristi. Soprattutto quando si lasciano dietro tanti affetti per una destinazione che offre sì speranze, ma nessuna certezza. E l’addio della famiglia Albanese è colmo, più di altre, di sofferenze.
Mamma Giannina fa fatica a preparare i bagagli. Un forte dolore al metacarpo le impedisce il movimento. Dovrà essere aiutata dalla sorella più piccola, Maria. “Non andare via”, disse a Giannina. Quasi un presagio…
Da wikipedia:
Luigi Albanese nacque a Cornedo Vicentino nel 1946, per poi emigrare con i genitori negli Stati Uniti all’età di due anni. Si laureò alla Franklin High School a Seattle per poi lavorare brevemente per la Boeing. Il 26 ottobre 1965 si arruolò nell’esercito degli Stati Uniti. Ricevuta la formazione di base a Fort Carson (Colorado) venne inviato in Vietnam nell’agosto del 1966 come parte del 7 ° Cavalleggeri allegato alla Prima Divisione di Cavalleria.
Nel dicembre 1966, mentre era di pattuglia nella Repubblica del Vietnam con la compagnia B del 5 ° Battaglione, la sua unità ricevette un pesante fuoco da posizioni nemiche nascoste. Durante il combattimento che ne seguì, Luigi riuscì a uccidere otto cecchini nemici prima di venire ferito a morte.[1] Il suo sacrificio permise alla sua unità di oltrepassare il luogo dell’agguato per questo motivo il 16 febbraio 1968 il Pentagono gli conferì la Medal of Honor come riconoscimento postumo.
Il corpo è sepolto a Seattle al Evergreen Washelli Memorial Park.
Dicono di lui
Dice di lui il suo ex insegnante ex insegnanti della Franklin High School dove Luigi si è diplomato.
Lewis Albanese non era un leader o un atleta della lega all-star ma solo uno studente medio, ben educato.
“Era un bravo cittadino tuttofare, solo uno dei ragazzi che vanno e vengono e non attirano troppa attenzione perché sono dei buoni cittadini”, ha detto George Ehrgott, ex insegnante di falegnameria e insegnante di stage di Luigi.
“Non ricordo nulla di insolito su di lui”, ha detto Ehrgott, “ma poi, la maggior parte delle persone migliori non finisce mai sotto i riflettori finché non fanno qualcosa come lui”. (Seattle Times, Seattle WA, 15 febbraio 1968).
Lavorò in un fast food per un periodo per aiutare la famiglia, poi alla boeing per pochi mesi prima di fare richiesta di essere arruolato, assieme al suo migliore amico Ray Weaver, sapendo che la cartolina di chiamata sarebbe arrivata a breve a entrambi, decisero di arruolarsi in modo da partire assieme per restare uniti; cosa che non fu possibile perchè dopo l’addestramento a fort Carson vennero separati.
MOTIVAZIONI DELLA MEDAGLIA:
Traduzione: Per l’evidente cavalleria e audacia in azione pur rischiando la sua vita e ben oltre il suo dovere.
Il plotone del Caporal Maggiore Albanese, mentre avanzava attraverso un terreno densamente coperto per stabilire una posizione d’avamposto, ricevette un intenso attacco da armi automatiche a distanza ravvicinata.
Mentre altri membri manovravano per assaltare la postazione nemica il Caporal Maggiore Albanese ricevette l’ordine di garantire la sicurezza al fianco sinistro del plotone.
All’improvviso il fianco sinistro del plotone fu attaccato dal nemico che si trovava in un fossato ben nascosto. Comprendendo il rischio imminente per i suoi commilitoni, il Caporal Maggiore Albanese riparò la sua baionetta e si mosse aggressivamente verso il fossato. La sua azione fermò l’attacco del cecchino, permettendo al plotone di riprendere il movimento verso la postazione nemica principale. Non appena il plotone riprese ad avanzare, il suono di sparatoria pesante emanò dal fianco sinistro del plotone da una battaglia che era scaturita nel fossato raggiunto dal Caporal Maggiore Albanese.
Incurante del pericolo, avanzò di 100 metri lungo la trincea e uccise 6 cecchini armati con armi automatiche e esaurite le munizioni, mortalmente ferito ingaggiò una fiera lotta a mani nude con la quale uccise altri 2 soldati nemici.
Le sue azioni senza precedenti hanno salvato la vita a molti membri del suo plotone che sarebbero altrimenti caduti sotto il fuoco dei cecchini dal fossato, permettendo così alle sue forze di avanzare con successo contro un nemico in soverchiante superiorità numerica.
L’eroismo del Caporal Maggiore Albanese e la sua dedizione per i commilitoni furono commensurabili alla migliore tradizione militare e rimangono un tributo a lui, al suo gruppo e all’U.S. Army.
Dedica riconoscimento, dell’esercito degli stati uniti d’america alla famiglia Albanese nella persona di Rosita sorella di Luigi Albanese
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