Viaggio nello sterminio di massa Polacco
La più grande comunità ebraica d’Europa: la Polonia.
Berlino ricerca la “soluzione territoriale” con vari programmi.
Di fatto sin dal dall’ottobre 1939 con il programma T4 si testa l’eliminazione fisica dei meno fortunati. A questo programma parteciperà attivamente anche Franz Stangl.
La sua carriera sarà tristemente legata al suo più importante incarico di morte:
Comandante di Treblinka.
Treblinka assieme a Chelmno, Sobibor, Majdek (Majadanek) e Belsec (Belzec) saranno i campi di sterminio polacchi.
Arrivo alle 9 del mattino. Treblinka.
Ad aspettarmi Renate. La mia guida ed interprete.
Lascio il mio mezzo al parcheggio principale ed impongo il mio percorso.
Voglio vedere quello che resta dell’alloggio del Comandante.
È contrassegnato sulla mia cartina di studio con il numero 28.
Parto da lì seguendo i binari del treno. Attraverso la zona delle SS sino alla mensa.
La mia immaginazione corre assieme ai miei passi sino alla rampa.
Esiste ancora con il suo freddo cemento.
Chiudo gli occhi e sento vociare. Gridare. Piangere.
Poco più in là il campo di raccolta con il piazzale della cernita, in fondo la fossa per i cadaveri.
Davanti, le fosse di seppellimento ancora sporche di calce bianca. Le graticole sono ancora incandescenti.
A destra in fondo gli alloggi degli ebrei da lavoro.
Chi all’estrazione dell’oro. Chi falegnami. Chi calzolai. Chi sarti. Pochi rimangono vivi più di 3 mesi. Un grande ricambio di manodopera.
Il campo ha una estensione di circa cinquanta acri. (600mx400m)
In lontananza mi sembra di scorgere Janusz Korczak il grande libero pensatore polacco, medico e poeta con i suoi bambini.
Il 22 luglio 1942 coincide con la prima giornata di liquidazione del ghetto di Varsavia: è il suo 64esimo compleanno.
Da via Sliska dove ha sede la “Casa degli orfani” con 200 bambini ed alcuni collaboratori viene portato in Umschlagplatz. Da qui al treno per il campo della morte.
Riapro gli occhi e vedo tanta gente. Vengo investito da tanti idiomi.
Ritorno alla realtà.
Vado verso il grande monumento.
Devo sedermi e riflettere…il posto invita alla preghiera.
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