La mia Indocina
Phnom Penh, 4 Ottobre 2012
…Ecco l’Hotel Le Royal, imponente lussuoso. Una grande entrata. Il banano del viaggiatore, le palmette ed il frangipane, con i suoi rami che paiono mani protratte verso il cielo, sembrano salutare il nuovo cliente…il suo aspetto rievoca l’epoca coloniale francese.
Attorno alla sua grande piscina, oggi metà smantellata per fare spazio ad una nuova ala, davanti ai due grandi fusti dell’albero della pioggia (Rain Tree, come qui è chiamato), giornalisti e spie al soldo dei paesi occidentali si sono scambiate le informazioni.
Nel giardino dell’edificio, il calore è catturato da due grandi betel. Tutto è permeato dal fragrante profumo del frangipane bianco che fa l’occhiolino a quello rosso. Più in là l’albero magico del Buddha (bothi), immancabile, fa presenza in questa angolo di foresta tropicale di altra epoca.
Cosa resta dell’Indocina Francese? Tradizioni? Profumi? Case coloniali sonnacchiose al sole d’Oriente che fanno l’occhiolino ai viaggiatori? Ombre di frangipane e ibiscus?
Niente di tutti questo. Oggi il ricordo dell’Indocina è immerso nel rumore dei motorini di fattura cinese che a migliaia sfrecciano per le vie di città e paesi che un tempo erano cadenzati soltanto dal soave fruscio dei venti.
Solo un ricordo.
ultimi commenti